Vico Equense si colloca lungo un tratto della Penisola Sorrentina, godendo di un affaccio non solo sul Golfo di Napoli ma anche di un piccolo sbocco sul Golfo di Salerno nella località Tordigliano-Chiosse. Le prime notizie di un insediamento sul territorio di Vico Equense risalgono al VII secolo a.C. , mentre in epoca romana divenne meta di residenza di patrizi che qui si stabilirono. Dopo un periodo di decadenza, Vico Equense rifiorì a partire dal 1285 quando ottenne l’indipendenza dal Ducato di Sorrento passando sotto il controllo degli Angioini. Fu proprio Carlo II d’Angiò a dar vita al centro cittadino e a costruire un castello che negli anni successivi venne restaurato da Girolamo Giusso, dal quale ha poi ereditato il nome. Dal punto di vista artistico molti sono i luoghi da visitare a Vico Equense, partendo dalla Cattedrale, detta anche Chiesa dell’Annunziata, costruita in stile gotico e all’interno della quale sono custodite alcune tele di Giuseppe Bonito oltre alla tomba di Girolamo Filangeri e ad un sarcofago del XIV secolo. Da non perdere sono anche il Castello Giusso del 1200, molto caratteristico per la sua costruzione a strapiombo sul mare, la Chiesa dell’Arciconfraternita dell’Assunta, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie a Puntamare, la Chiesa dei Santi Ciro e Giovanni, il Convento di San Francesco, la Cappella di Santa Lucia, il complesso Camaldolese di Astapiana, il Museo Archeologico “Silio Italico” e il Museo Mineralogico Campano dove sono esposti circa 3.500 campioni di minerali.
Oggi Vico Equense è una meta turistica molto conosciuta, non solo per le sue bellezze artistiche e naturali ma anche per la buona organizzazione dei suoi lidi tra i quali i più importanti sono quello di La Marina di Seiano, La Marina di Vico e le spiagge delle località Tordigliano-Chiosse e Capo La Gala. Per quanto concerne gli eventi da segnalare l’appuntamento ogni 6 gennaio con le pacchianelle, una tipica manifestazione del luogo caratterizzata da un presepe itinerante di circa 300 persone che portano a Gesù Bambino i prodotti tipici della penisola in dono.