Città di circa 16mila abitanti, Tarquinia si distingue per il suo vastissimo patrimonio artistico e culturale e per essere il sito di una importante necropoli risalente alla civiltà etrusca.
In origine la città aveva il nome di “Corneto” e fu soltanto nel 1922 che assunse il toponimo di Tarquinia, sempre per riallacciarsi alle sue origini etrusche e precisamente al suo fondatore, l’etrusco Tarconte.
Risalendo ancora più indietro nel tempo, si deve ricordare che Tarquinia deriva da Civita, uno dei più importanti villaggi della confederazione etrusca che successivamente divenne parte dell’Impero Romano. In seguito alla caduta di quest’ultimo e all’inizio delle invasioni da parte dei barbari, i cittadini di Civita emigrarono dando vita ad un nuovo centro abitato, Corneto, che nel Medioevo, dopo il dominio della contessa Matilde di Canossa, divenne libero Comune sino a conseguire il “titolo” di Città del Pontefice Eugenio IV. Il fatto di essere proprietà dello Stato Pontificio, fece di Corneto una delle dimore dei Papi, i quali avrebbero mantenuto il controllo sulla città sino al 1870.
In virtù delle sue antichissime origini e del travagliato passato, Tarquinia conserva un patrimonio artistico di grande pregio. La prima cosa da vedere è senza dubbio l’antica città etrusca di Civita, situata ad est di Tarquinia, presso la quale è possibile ammirare i resti di un tempio etrusco del IV secolo a.C., le necropoli, ovvero siti archeologici ospitanti le tombe a tumolo con caverne scavate nella roccia, tra le quali bisogna ricordare la necropoli dei Monterozzi. Spostandosi verso la città medioevale ci si imbatte nel Palazzo Vitelleschi, costruito per volere dell’omonimo Cardinale tra il 1436 e il 1490, e nel Museo Nazionale Archeologico Tarquiniense, uno dei più importanti d’Italia, presso il quale sono conservati reperti etruschi e testimonianze risalenti ai secoli compresi tra il periodo villanoviano e quello romano.