Comune di circa 7.000 abitanti, Orosei, in provincia di Nuoro, fa parte dell’antica sub regione storica delle Baronie. Il nome deriva probabilmente dalla lingua parlata dagli Aesarinenses, le antiche tribù nuragiche che4 abitavano in tempi remoti la Sardegna e la Corsica. Si ipotizza che lo sviluppo dell’attuale centro urbano risalga al periodo romano, quando nel corso del II secolo d.C. un generale romano decise di creare proprio in quest’area una fortificazione strategica.
Visitare Orosei significa innanzitutto ammirare il suo bel centro storico, ricco di monumenti dal grande valore artistico e culturale. Tra gli edifici religiosi si deve innanzitutto segnalare la Chiesa di San Giacomo, patrono della città, la Chiesa del Rosario, la Chiesa della Santa Madonna del Rimedio, la Chiesa di Giovanni Battista e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova.
Tra gli altri monumenti ed edifici da non perdere è il Museo Comunale “Don Nanni Guiso”, dedicata all’antica famiglia dei Guiso, presso il quale è possibile ammirare una bella raccolta di volumi molto rari di argomento sardo, tra i quali le “Costituzioni di Papa Sisto V”, unico esemplare al mondo, ma anche una nutrita collezione di teatrini dal 1700 ad oggi, abiti-costume, disegni e suppellettili lasciati in eredità alla città dalla nobile famiglia. Nella stessa zona dove è ubicato il museo, detta di “Palathos Vezzos”, è possibile ammirare molti palazzi padronali e nobiliari, tra i quali svetta il “Sa Preione Vezza”, un edificio che in origine era un castello giudicale con funzioni difensive, e il “Palathu Vezzu”, un bel palazzo signorile oggi disabitato.
Orsei si caratterizza anche per l’avere una storia molto ricca e per manifestazioni nelle quali il carattere religioso si mescola ad aspetti più profani senza tuttavia allontanarsi mai dalla tradizione.
Tra le feste più importanti vanno ricordate quella di Sant’Antonio Abate, i riti della Settimana Santa, i festeggiamenti in onore di Sant’Isidoro, con la tipica processione di cavalli addobbati a festa, la Festa di San Giacomo e la festa di Sant a Maria ‘e Mare, nel corso della quale ha luogo una processione di barche di pescatori che portano il simulacro della Madonna sino alla chiesa.
Saporiti anche i piatti tipici del luogo che si richiamano molto al’antica gastronomia sarda. Tra questi da assaggiare ci sono i “culurjones”, ovvero ravioli preparati con ricotta, formaggio fresco e verdure selvatiche e i “maccarones cravaos”, una particolare variante di pasta fatta a mano pensata per assorbire la maggior quantità possibile di sugo, mentre tra i vini si segnalano il Nepente, il Mandrolisai e la Malvasia di Bosa.