Situata ai piedi del Monte Rosa, proprio nella Valle del Lys, Grassoney-la-Trinitè è una località essenzialmente sciistica che ben si presta a chi desidera trascorre un soggiorno in contatto con natura incontaminata e con paesaggi che lasciano letteralmente senza fiato.
Tra le prime popolazioni ad abitare questa regione furono i Walser che si insediarono proprio nella Valle del Lys, portando con se i propri costumi e le proprie usanze. I loro predecessori erano stati gli Alemanni, tribù germaniche che si erano stabilite lungo il versante italiano del Monte Rosa, fondando piccoli centro sparsi. Nella valle nacquero così Gressoney, Niel e Issime, cittadine che sono riuscite a conservare le proprie origine germaniche non avendo mai interrotto i contatti con la terra tedesca. Questo spiega come mai ancora oggi il dialetto tedesco si sia ben conservato, al pari di alcune tradizioni ed usanze di matrice germanica.
La cittadina offre ai propri turisti, in memoria del suo antico passato, un centro storico molto suggestivo e di certo caratteristico delle tipiche località di montagna. Tra i monumenti di maggiore interesse da citare è senza dubbio la Chiesa della Santissima Trinità, costruita nel XVII secolo sui resti di un edificio del 1400, accanto alla quale oggi è stata posta la campana più antica della luogo che scandisce ancora i ritmi cittadini con il suo profondo suono.
Tra le mete preferite dei migliaia di alpinisti che ogni anno si recano in questa località, bisogna invece ricordare il Cristo delle Vette, punto di arrivo e di orientamento visibile anche da lontano. Si tratta di una statua, opera dello scultore torinese Alfredo Bai, che venne posta sulla vetta del Balmenhorn a 4170 metri di altezza nel 1955 come simbolo di pace e come voto per la conclusione della guerra. Tra gli altri luoghi da visitare in città, infine, si ricorda l’Istituto Angelo Mosso, fondato dall’omonimo professore, nel 1907 ed inaugurato alla presenza della Regina Margherita, mentre per chi volesse esplorare i dintorni si consiglia il Castello Savoia della Regina Margherita e il Vallone di San Grato.